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Parla il capitano: “Da domani la lotta è apertissima. Fino alla fine del Giro”. Lo dice Edoardo Zamperini, pronto per la battaglia del venerdì. La Borgo Virgilio-Fosse può essere una delle tappe decisive. “Zampe” lo senti con una voce squillante (non come prima della partenza della corsa a tappe) anche dopo cinque giorni di Giro. D’accordo, domani la corsa arriva a casa sua e il morale è alto anche perché le strade le conosce a menadito. “La tappa è dura. Non c’è niente da dire. La prima salita è di dieci chilometri, la seconda di sei e l’ascesa delle Fosse è come una sentenza – spiega Edoardo Zamperini – ma anche le tappe con arrivo in salita a Zocca e l’ultima dove non c’è un metro di pianura, perché è quella che arriva dopo otto giorni di gara, possono fare la differenza”.
LE FOSSE: LA SALITA DEL “NOVE”
Le Fosse la chiamano la salita del “nove”. “Così l’ha soprannominata il giornalista Beppe Conti – racconta Edoardo – nove sono i chilometri, nove per cento di pendenza e nove tornanti. Li si farà la differenza. Widar può vincere il Giro, ma magari se è in giornata storta possiamo approfittarne. La stessa storia per Tudor, Torres e Touissant che hanno le carte in regola per ben figurare. Marti? Non lo conosco”.
LA CLAVICOLA SINISTRA FRATTURATA NON DÀ ALCUN DISTURBO
La clavicola sinistra che ha riportato quattro fratture nella caduta dell’ultima tappa della Ronde de L’Isarde sul Col de Portel (l’ultima discesa del Giro), non lo fa soffrire. Per fortuna. “E questo è un gran bene – spiega Zamperini – tappe come quella di domani ne ho già fatte. Alla Ronde de L’Isarde. So che ci sarà da soffrire, ma finchè c’è vita c’è speranza. Intanto oggi ho guadagnato non si sa perché due secondi nella classifica generale. Poi domani si vedrà”. Se lo dice “Zampe” c’è da stare tranquilli. Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare.
Foto gallery di Zannoni